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Introduzione
a cura del Presidente SIMG:
Claudio Cricelli
Già all’inizio degli anni ’90 avevamo la consapevolezza che una grande quantità di dati si
stesse accumulando negli archivi dei primi medici che usavano in maniera sistematica la
cartella informatica della SIMG.
Millewin si stava diffondendo e aveva raggiunto nel 1995 quasi 1000 installazioni.
Percepimmo allora l’opportunità di mettere mano ad una grande iniziativa che ci consentisse
di trasformare i primi empirici tentativi di costruire un database della Medicina Generale in
un fatto concreto.
Anni di tentativi, di viaggi, di scambi di esperienze e di confronti con chi in altri Paesi stava
percorrendo la stessa strada nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Olanda. La consapevolezza
che occorresse trovare, al di là delle enormi difficoltà tecniche, anche una sintonia di linguaggi
attraverso classificazioni e codifiche allora come ancora oggi, largamente insufficienti ad
esprimere la complessità della Medicina Generale.
Erano gli anni dell’innovazione anche in questo settore. La ICD-9 (ICD), International
Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death appena nata era rozza
ed incapiente rispetto alle esigenze espressive della Medicina Generale. Nascevano allora
modelli di classificazione più vicini alle esigenze della nostra professione, tenacemente
avversati anche al nostro interno da chi non comprendeva l’esigenza di classificare e
attribuire codici articolati e complessi alle osservazioni, ai nomi e alle complessità articolate
della professione.
“To classify is to clarify” recitava un articolo del RCGP di quegli anni, dal caos alla chiarezza,
“From Chaos to Clarity“. Sembravano concetti assurdi per una parte arretrata di noi medici,
inclusi alcuni di quelli che si occupavano di informatica medica anche al nostro interno.
Venivamo da un mondo in cui già l’uso della cartella informatica era un sacrilegio.
Col tempo molti la accettavano per la semplicità della stampa delle ricette, ma continuavano
ad adoperarla come una cartella cartacea, che la SIMG aveva peraltro ideato, stampato e
diffuso sin dagli anni ‘70. Insistevano per annotare tutto in campo libero, con le parole e con
terminologie disparate. Gli stessi nostri analisti hanno per anni avversato ed impedito che in
Millewin si introducessero le codifiche estese.
Ma il numero delle nuove codifiche cresceva. Alcune in particolare tentarono con successo
di classificare le “Reasons for encounters” - i motivi di consultazione.
The International Classification of Primary Care (ICPC) is a classification method for primary
care encounters. It allows for the classification of the patient’s reason for encounter (RFE),
the problems/diagnosis managed, primary or general health care interventions, and the
ordering of the data of the primary care session in an episode of care structure.
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